DISCORSO SOPRA L'ITALIA, PATRIA MAI NATA
di
Michele Filipponi
- Capitolo XII -
Et ora, lo partito d'esti bifolchi sanza lume, per coglier voti pure da' “terroni”, cambia 'l nimico e per tornar a lo discorso nostro, puntan 'l dito contro l'immigrato. Sanza aver a mente che lor predecessori furon tali e quali a queli negri ch'adesso vegnon per lo nostro Stato (negri di molto bòni agli sputazzi e a le banane, ma assai migliori per raccoglier pomidori a poche lire) quando ne lo nòvo mondo miser piedi, considerati come sorci infetti, da queli americani anch'essi smemorati, che tutto è uno gran circolo vizioso de gente che se scorda del passato.
Eppuro a cavallo de li secoli diciotto e diciannove, “diaspora italiana” prese nome e fu la migrazione impressionante de italiani verso l'Americhe e più de tutti l'altri a far fagotto fu proprio 'l settentrione. Di là dell'oceano de Colombo, spulciati come bestie, ognun dovette fasse largo co' propri bracci, tra lo razzismo de li bianchi 'ncappucciati che vedean l'italiano tale al negro, perché con esso faticava al fianco, sanza guardar tintura de la carne. E come tanti altri fece mucchio e più de altri assai prevalea d'ingegno, per questo s'attirò l'odio de molti a cui sparì 'l lavoro tra le mani, fottuto da chi quello l'facea meglio. E vi furon morti et stragi et barbariche persecuzioni con gente linciata da le folle, tanto nell'Americhe che ne la vecchia Europa, come a Nuova Orleans ove furon scorticati innocenti siciliani[1] o alle saline di Peccais ove dettero la morte a' piemontesi[2].
Ma esportaron puro assieme a' maccaroni, Società Onorata de noaltri, gente de coppola e lupara, meglio conosciuta come Mafia. Codesta eccellenza criminale conquistò lo nòvo mondo come un germe, dal di dentro, quartiere per quartiere, Stato dopo Stato, corruppe e sparse sangue e sciolse gente ed è proprio per questo che ogne pregiudizio contien dentro de sé sempre un po' de vero e l'italian assunse brutta nomea al di fòri de' confini nazionali, all'occhi del straniero. Nomea de brutto ceffo, de mafioso, de scaltro e de 'mbroglione, lesto de mano così come de lengua, unto de salsa, di molto rumoroso, sònator de mandolino e mala ghenga, baffo nero, sanza disciplina, magnaspaghetti tutto giorno, caffè bòno de matina, ritardatario etterno, voltagabbana, brillantina, anello al mignolo e madonnina al collo, pizza come a Napoli la fanno e de la mamma cocco bello.
Con tutto che di stereotipo se tratta, volendo pur ammetter certi vizi, v'è sempre in ogne regola eccezione. Però li peggior vizi han sempre avuto lo sopravvento su le cose belle, specialmente in tempi tristi, de miseria, ove gruppi de poracci se fan la guerra tra de loro in guisa de scansar le altre etnie per poi spartirse 'l poco che rimane.
Dicerolti Italia mia di molto breve, alla maniera tacitiana: i figli tua, nel mal come nel bene, pel mondo han sempre fatto cose grandi e cose da gran figli di puttana.
Giustappunto tra quest'ultime verbigrazia, s'annovera lo squallido colonialismo, portato avanti vergognosamente tanto dalla Sinistra storica di Depretis e Crispi quanto dalla Destra di Giolitti[3] inaugurando per altro, l'inizio de' numerosi voltafaccia che te videro schierata prima nella Triplice Alleanza al fianco de' tedeschi e dell'impero austro-ungarico e po' nella Triplice Intesa co' francesi, russi e inglesi[4]. E tutto codesto valzer d'abiure per appropiasse de' terre d'Africa: Eritrea, Somalia e seguitamente Libia e l'isole dell'Egeo, ove furon sterminati e sottomessi popoli et espropriate lor le ricchezze ne' modi più vigliacchi, come avaccio tempo dopo fece 'l pallon gonfiato de Predappio[5] che volea ridar luce all'impero e che se fece “onore” co' gas asfissianti e l'iprite, che dal cielo venìa annaffiato continuamente affinché la nebbia permanesse, sopra vasti territori, di modo che bestie e piante e donne e infanti et uomini, sotto codesta pioggia mortale rimanessero sanza vita. E po' saccheggi e stupri e bombe e marce de la morte e fucilazioni e atrocità indicibili d'ogne genere, d'autentica pulizia etnica puro in Grecia e ne' Balcani, ove niun colpevole pagò mai pe' suddetti crimini, che punta differenza ebbero in ferocia rispetto a quei nazisti, ma anzi tali diavoli sedettero più 'n là su scranni del Parlamento nòvo, come antichi democratici ateniesi.
Eppuro a cavallo de li secoli diciotto e diciannove, “diaspora italiana” prese nome e fu la migrazione impressionante de italiani verso l'Americhe e più de tutti l'altri a far fagotto fu proprio 'l settentrione. Di là dell'oceano de Colombo, spulciati come bestie, ognun dovette fasse largo co' propri bracci, tra lo razzismo de li bianchi 'ncappucciati che vedean l'italiano tale al negro, perché con esso faticava al fianco, sanza guardar tintura de la carne. E come tanti altri fece mucchio e più de altri assai prevalea d'ingegno, per questo s'attirò l'odio de molti a cui sparì 'l lavoro tra le mani, fottuto da chi quello l'facea meglio. E vi furon morti et stragi et barbariche persecuzioni con gente linciata da le folle, tanto nell'Americhe che ne la vecchia Europa, come a Nuova Orleans ove furon scorticati innocenti siciliani[1] o alle saline di Peccais ove dettero la morte a' piemontesi[2].
Ma esportaron puro assieme a' maccaroni, Società Onorata de noaltri, gente de coppola e lupara, meglio conosciuta come Mafia. Codesta eccellenza criminale conquistò lo nòvo mondo come un germe, dal di dentro, quartiere per quartiere, Stato dopo Stato, corruppe e sparse sangue e sciolse gente ed è proprio per questo che ogne pregiudizio contien dentro de sé sempre un po' de vero e l'italian assunse brutta nomea al di fòri de' confini nazionali, all'occhi del straniero. Nomea de brutto ceffo, de mafioso, de scaltro e de 'mbroglione, lesto de mano così come de lengua, unto de salsa, di molto rumoroso, sònator de mandolino e mala ghenga, baffo nero, sanza disciplina, magnaspaghetti tutto giorno, caffè bòno de matina, ritardatario etterno, voltagabbana, brillantina, anello al mignolo e madonnina al collo, pizza come a Napoli la fanno e de la mamma cocco bello.
Con tutto che di stereotipo se tratta, volendo pur ammetter certi vizi, v'è sempre in ogne regola eccezione. Però li peggior vizi han sempre avuto lo sopravvento su le cose belle, specialmente in tempi tristi, de miseria, ove gruppi de poracci se fan la guerra tra de loro in guisa de scansar le altre etnie per poi spartirse 'l poco che rimane.
Dicerolti Italia mia di molto breve, alla maniera tacitiana: i figli tua, nel mal come nel bene, pel mondo han sempre fatto cose grandi e cose da gran figli di puttana.
Giustappunto tra quest'ultime verbigrazia, s'annovera lo squallido colonialismo, portato avanti vergognosamente tanto dalla Sinistra storica di Depretis e Crispi quanto dalla Destra di Giolitti[3] inaugurando per altro, l'inizio de' numerosi voltafaccia che te videro schierata prima nella Triplice Alleanza al fianco de' tedeschi e dell'impero austro-ungarico e po' nella Triplice Intesa co' francesi, russi e inglesi[4]. E tutto codesto valzer d'abiure per appropiasse de' terre d'Africa: Eritrea, Somalia e seguitamente Libia e l'isole dell'Egeo, ove furon sterminati e sottomessi popoli et espropriate lor le ricchezze ne' modi più vigliacchi, come avaccio tempo dopo fece 'l pallon gonfiato de Predappio[5] che volea ridar luce all'impero e che se fece “onore” co' gas asfissianti e l'iprite, che dal cielo venìa annaffiato continuamente affinché la nebbia permanesse, sopra vasti territori, di modo che bestie e piante e donne e infanti et uomini, sotto codesta pioggia mortale rimanessero sanza vita. E po' saccheggi e stupri e bombe e marce de la morte e fucilazioni e atrocità indicibili d'ogne genere, d'autentica pulizia etnica puro in Grecia e ne' Balcani, ove niun colpevole pagò mai pe' suddetti crimini, che punta differenza ebbero in ferocia rispetto a quei nazisti, ma anzi tali diavoli sedettero più 'n là su scranni del Parlamento nòvo, come antichi democratici ateniesi.
1.
Nel linciaggio di New Orleans avvenuto il 14
marzo 1891 persero la vita 9 italiani, tutti siciliani, dopo essere
stati assolti dall'accusa di aver ucciso il capo della polizia
urbana, una folla rabbiosa di quasi 20.000 persone li trascinò fuori
dalla prigione senza trovare resistenze e li uccise a bastonate.
Viene considerato come uno dei più grossi linciaggi di massa della
storia degli USA.
2.
Il massacro di Aigues-Mortes, nell'agosto del
1893, fu scatenato da un conflitto tra operai francesi e italiani
(soprattutto piemontesi, ma anche lombardi) impiegati nelle saline di
Peccais, che si trasformò in un vero e proprio eccidio con nove
morti e un centinaio di feriti tra i lavoratori italiani. La tensione
che ne seguì fece quasi sfiorare la guerra tra i due Paesi.
3.
La “Sinistra storica” è stata uno
schieramento politico dell'Italia post-risorgimentale, la cui epoca
va dal 1876, anno della "rivoluzione parlamentare" che
portò alla caduta della Destra storica, sino alla "crisi di
fine secolo" (1896), che sfociò nell'età giolittiana. Agostino
Depretis (Mezzana Corti Bottarone, 31 gennaio 1813 – Stradella, 29
luglio 1887) fu un politico italiano, nove volte presidente del
consiglio, nonché il primo a capo di un governo solo della Sinistra
Storica. Nel 1876 guidò il primo governo della storia d'Italia
formato da soli politici di Sinistra. Tale esecutivo varò la riforma
scolastica istituendo l'istruzione obbligatoria, laica e gratuita per
i bambini dai 6 ai 9 anni. Benché filofrancese, per rompere
l'isolamento dell'Italia, nel 1882 accettò la Triplice alleanza con
Austria e Germania. Fu il fautore del trasformismo, un progetto che
prevedeva il coinvolgimento di tutti i deputati che volessero
appoggiare un governo progressista a prescindere dagli schieramenti
politici tradizionali. I governi "trasformisti" così
costituiti eliminarono definitivamente la tassa sul macinato,
introdussero le tariffe doganali favorendo l'industria (soprattutto
settentrionale) e vararono l'espansionismo italiano in Africa. Il
trasformismo, tuttavia, ridusse il potere di controllo del parlamento
e favorì eccessi nelle spese statali. Antagonista di Depretis
all'interno del partito fu Francesco Crispi (Ribera, 4 ottobre 1818 –
Napoli, 11 agosto 1901), figura di spicco del Risorgimento, fu uno
degli organizzatori della Rivoluzione siciliana del 1848 e fu
l'ideatore e il massimo sostenitore della spedizione dei Mille, alla
quale partecipò. Inizialmente mazziniano, si convertì agli ideali
monarchici nel 1864. Anticlericale e ostile al Vaticano, dopo l’unità
d’Italia fu quattro volte presidente del Consiglio e i suoi governi
si distinsero per importanti riforme sociali (come il codice
Zanardelli che abolì la pena di morte e introdusse il diritto di
sciopero) ma anche per la guerra agli anarchici e ai socialisti, i
cui moti dei Fasci siciliani furono repressi con la legge marziale.
In campo economico il suo quarto governo migliorò le condizioni del
Paese. Crispi sostenne tuttavia una dispendiosa politica coloniale
che, dopo alcuni successi in Africa orientale, portò alla disfatta
di Adua del 1896. Lo sostituì alla guida del paese il suo avversario
politico Giovanni Giolitti (Mondovì, 27 ottobre 1842 – Cavour, 17
luglio 1928), più volte presidente del consiglio, fu uno dei
politici liberali più efficacemente impegnati nell'estensione della
base democratica del giovane Stato unitario, e nella modernizzazione
economica, industriale e politico-culturale della società italiana a
cavallo fra Ottocento e Novecento. Dopo un iniziale voto di fiducia, nel
1922, al nuovo governo fascista, dal 1924 si tenne all'opposizione di
Benito Mussolini.
4.
La Triplice
alleanza fu un patto militare difensivo stipulato
il 20 maggio 1882 a Vienna dagli imperi di Germania e Austria (che
già formavano la Duplice Alleanza) e dal Regno d'Italia.
Inizialmente fu voluta principalmente dall'Italia desiderosa di
rompere il suo isolamento dopo l'occupazione francese della Tunisia
alla quale anche lei aspirava. Successivamente, con il mutarsi della
situazione in Europa, l'alleanza fu sostenuta soprattutto dalla
Germania desiderosa di paralizzare la politica della Francia. Nel
1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, l'Italia, dopo un
lungo percorso di avvicinamento e di accordi con la Francia, con la
Gran Bretagna e con la Russia, in forza dell'articolo 4 del trattato,
dichiarò la sua neutralità. Nel 1915 la Triplice intesa
(sorta nel 1907 da un accordo fra l'Impero britannico, quello russo e
la Repubblica francese) propose all'Italia, in cambio della sua
entrata in guerra contro l'Austria, ampliamenti territoriali a
scapito di Vienna e una posizione di dominio nell'Adriatico. Lo
stesso anno l'Italia rifiutò le inferiori proposte dei governi di
Vienna e Berlino, denunciò la Triplice alleanza ed entrò nel
conflitto contro l'Austria.
5.
Predappio, all'epoca nominato Dovia di
Predappio, fu il paese natale di Mussolini che vi nacque il
29 luglio 1883.
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